«Politica, sesso, religione e morte sono i quattro capisaldi, i quattro macro-tabù per eccellenza».
Voglio partire da questa frase dell’attore Giorgio Montanini, tra i comici più graffianti del panorama satirico italiano. I quattro argomenti citati da Montanini sono anche i quattro principali temi a cui, storicamente, la satira dedica la sua attenzione. Personalmente aggiungerei un quinto elemento, lo “scontro maschio vs femmina”, con una netta prevalenza delle invettive nei confronti delle donne (si vedano la satira VI di Giovenale o la satira di Francesco Buoninsegni, per citarne un paio), ma facciamo pure rientrare il tema nel macro-tabù del Sesso.
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Il regista Michelangelo Gregori |
Una Risata ci Salverà è il docufilm attraverso il quale Gregori ha intervistato attori, registi, illustratori e studiosi al fine di raccogliere interessanti riflessioni e stimolanti punti di vista sulla satira religiosa e sull’annosa questione: «Si può ridere di tutto? Anche delle religioni e di ciò che orbita attorno a esse?»
Durante la redazione della mia tesi di laurea, incentrata sul “diritto di satira”, giunto alla stesura del paragrafo sulla satira religiosa, mi affidai alle considerazioni del giurista e magistrato Vincenzo Pezzella che, nel suo libro La diffamazione. Le nuove frontiere della responsabilità penale e civile e della tutela della privacy nell’epoca delle chat e dei social (UTET, 2016), individua tre tipi di satira religiosa e di relativi “bersagli”:
- il primo tipo ridicolizza i rappresentanti “in Terra” di una confessione (molto banalmente: il Papa, l’Imam, il Dalai Lama, i rabbini, i sacerdoti eccetera);
- il secondo tipo deride entità ultraterrene o figure particolarmente rilevanti per la religione (da Dio ad Allah, da Gesù Cristo a Maometto, colpendo anche personaggi affini, come la Madonna, gli Apostoli o lo Spirito Santo);
- il terzo tipo attacca le comunità dei credenti, ossia i vari fedeli che aderiscono all’uno o all’altro culto (cristiani, islamici, buddisti eccetera).
Una Risata ci Salverà non opera alcuna distinzione, interrogando piuttosto i protagonisti sull’opportunità o meno di ridere delle religioni e sulla presenza o meno di limiti che possano arginare l’attività degli autori satirici.
Muovendo da queste domande (solo immaginate, poiché, di fatto, la voce dell’intervistatore non si sente mai), gli intervistati esprimono le proprie opinioni attraverso interessanti monologhi volti a definire la loro posizione sulla questione.
C’è, quindi, chi rivendica strenuamente la libertà d’espressione, evidenziando l’importanza di disinteressarsi del sentimento altrui e avendo come unico faro il rispetto delle leggi vigenti, onde evitare di scadere nella diffamazione; chi pone come unico limite il buon gusto; chi definisce la satira religiosa (almeno entro i confini nazionali) “molto blanda” anche a causa della storia politica e culturale del nostro Paese; chi sottolinea come l’integralismo sia il peggior nemico della satira perché, in un modo o nell’altro, la mette a tacere e chi, al contrario, lo ritiene (provocatoriamente) il suo miglior alleato, poiché più un ambiente è integralista, maggiore sarà il terreno fertile di cui la satira potrà disporre per coltivare nuova democrazia e libertà di pensiero (salvo che, appunto, il terreno non venga “inaridito” dall’integralismo stesso, al fine di evitare che la satira attecchisca).Sullo sfondo di ciascun intervento, dal primo all’ultimo minuto di questa piacevolissima ora dedicata alla satira religiosa, aleggia, come un fantasma turbato, l’immagine di un uomo la cui irrequietezza è palpabile.
La sua peregrinazione pare rappresentare l’insofferenza che ognuno di noi vive quando si pone domande per le quali non esiste una vera e propria risposta.
Ad un certo punto, il turbamento di quest’uomo, disorientato e accigliato, sembra avere il sopravvento; ma dopo le riflessioni e le considerazioni dei protagonisti (tra le tante, sono particolarmente degne di nota la differenza tra comicità e satira illustrata da Saverio Raimondo, gli aneddoti di Sergio Staino e la libertà di ridere rivendicata da Moni Ovadia per «distruggere qualsiasi forma di arroganza, perché l’arroganza porta all’idolatria di sé stessi»), il misterioso individuo sembra ritrovarsi grazie al più naturale e caratteristico dei gesti umani…
Una Risata ci Salverà è disponibile on demand sulla piattaforma OpenDDB al seguente link: https://openddb.it/film/una-risata-ci-salvera/
Qui il trailer: https://www.youtube.com/watch?v=VY4BjsrgDEk
Buona visione!
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