
Questa
volta l'oggetto del disegno è la valanga che ha colpito l'Hotel
Rigopiano, nel quale si vede la Morte sciare giù dalla montagna con
la didascalia “Italia: la neve è arrivata”, mentre esclama: “E
non basterà per tutto il mondo!”.
Ovviamente
e, da un certo punto di vista, plausibilmente è scattata la
social-indignazione con domande più o meno retoriche tipo: “Ma
come cazzo si fa ad ironizzare su una tragedia del genere? Chi è
quel coglione che ha avuto questa macabra idea? Non sarebbe meglio
ignorare Charlie Hebdo quando produce questo genere di spazzatura,
anziché dargli tanto rilievo?”
La
mia domanda più o meno retorica, invece, è un'altra: e se la nuova
vignetta di Charlie Hebdo non fosse una mancanza di rispetto verso le
vittime della valanga, ma, come già scrissi a proposito del disegno
sul terremoto della scorsa estate, fosse un attacco a chi quelle vite
avrebbe dovuto tutelarle, mettendo a disposizione i mezzi per la
pulizia delle strade e per assicurare soccorsi più rapidi in caso di
emergenza, dato che, come scrive il Corriere della Sera, “Lo
scaricabarile tra le istituzioni, le lungaggini burocratiche e i
difetti di comunicazione tra i vari enti hanno paralizzato gli
interventi”?
O
ancora, e se la nuova vignetta di Charlie Hebdo non fosse una
mancanza di rispetto verso le vittime della valanga, ma verso la
Morte stessa che, sdentata e pagliaccesca, sfreccia tra la neve
dovendo utilizzare le falci come racchette, dileggiando ciò che
viene spesso (per non dire sempre) considerato intoccabile?
Tutto
può essere oggetto di Satira, quindi siamo davvero sicuri che
l'autore della vignetta sia semplicemente un sadico bastardo e che il
suo obiettivo fosse prendersi gioco di una disgrazia capitata ad un
gruppo di esseri umani come lui? O forse il messaggio è un po' più
profondo e critico come, a mio parere, fu quello lanciato dalla
rivista satirica dopo il sisma di agosto, volendo dirci che la Morte
non avrebbe mai indossato quegli sci se gli organi di potere avessero
fatto diligentemente il loro lavoro?
Ecco,
secondo me se si vuole avere a che fare con la Satira e giudicare la
Satira (di qualsiasi tipo) bisogna spingersi oltre, provare ad andare
al di là del senso letterale, tentare di interpretare.
Altrimenti
rimarremo sempre su due piani differenti, pretendendo di scavalcare
muri utilizzando sgabelli anziché scale a pioli.
Nessun commento:
Posta un commento