martedì 27 gennaio 2015

C'era un tizio...

In poche parole, c’era questo posto fatiscente dove si andava a lavorare, e tra i tanti c’era un tizio che adorava un dio diverso da quello dei proprietari del posto. Cioè era lo stesso dio, ma con qualche differenza, formale più che sostanziale. E poi, tra i tanti, c’era pure un tizio al quale piacevano gli uomini... Sì sì, proprio gli uomini! E questo tizio era vestito come l’altro tizio, ma aveva cucito sul petto un triangolo rosa, anziché una stella gialla. E poi, tra i tanti, c’era un Rom con un triangolo marrone, e un altro tizio che adorava un dio ancora diverso rispetto a quello del primo e a quello dei proprietari, e per questo si era meritato un triangolo viola. E tra questi c’era un altro tizio, un socialista, che parlava e parlava di politica, ma da un po’ di giorni era diventato più silenzioso, e più magro, molto più magro rispetto all'inizio; e si sapeva che era socialista solo per il triangolo rosso rammendato sul torace, perché ormai non parlava più. E poi, tra i tanti, sempre di più (anche se il tizio con il triangolo rosa e quello con il triangolo marrone non si vedevano più), c’era anche un altro tizio, anche lui a lavorare in quel posto, nonostante non fosse casa sua, anche perché una “casa” mica ce l’aveva oppure era assai lontana, e lo si capiva dal triangolo blu, ancora lì, sul petto. E tutti questi tizi erano vestiti uguali, santo cielo! Esattamente uguali, con degli stracci a righe! E, a pensarci bene, anche i proprietari erano uguali! Però i tizi, che erano davvero tanti, molti di più dei proprietari, avevano quelle stelle e quei triangoli che li differenziavano, e i numeri tatuati sulle braccia che li identificavano. Ed erano numeri lunghissimi, cifre su cifre, perché erano proprio tanti, tantissimi (anche se il tizio con la stella gialla non si vedeva più, e nemmeno quello con il triangolo rosso)! Pensate ad un campo di calcio con i suoi fili d’erba, e ogni ciuffo è un insieme di stelle, triangoli e numeri (tanti erano quei tizi, sostanzialmente uguali, formalmente diversi).

Tra i ciottoli e la sabbia, sono pochi i ciuffi d’erba rimasti. Continuiamo ad annaffiarli, ascoltando, scrivendo, raccontando le loro storie, per tener viva la memoria.

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