Dopo un paio d’ore di “sana” televisione,
l’italianomediopatia (patologia assai comune nella nostra amata penisola, il cui sintomo più frequente e
manifesto è la vergognosa pigrizia mentale, caratterizzata dall’abuso di
programmi televisivi a scarso contenuto culturale, dalla minima assunzione di conoscenza
tramite la lettura e da una considerevole dipendenza dal web) continua il suo
decorso trascinandomi davanti al PC, per l’ennesima dose di LSD (Lento Stordimento
Digitale).
In attesa del “bradiposo” e apatico caricamento
del browser (dato che il mio computer è al sicuro dai virus quanto lo è un extracomunitario
a un comizio a Pontida ), butto l’occhio su un angolo della scrivania,
notando, tra le “cose-che-devo-ricordarmi-di-gettare” un volantino in cui campeggia,
a caratteri cubitali, la scritta “BASTA €URO”, proprio sotto al faccione severo
e deciso di un candidato alle Europee.
E la parola “Europee” è la medicina che,
per una sera, allevia e lenisce i sintomi dell’italianomediopatia. Una
scintilla capace di accendere la miccia dell’interesse, per attivare quel quid
che non sia svago infruttuoso e controproducente, ma partecipazione utile e
vantaggiosa, dandomi la forza di rinunciare alla mia quotidiana dose di LSD.
Così, stappata una birra e data una
sbirciata a Facebook (sono in via di guarigione, ma la strada è ancora lunga...),
clicco sulla homepage di Google e digito la frase “test elezioni europee 2014”,
tanto per verificare, così, alla buona, quale potrebbe essere il mio candidato
ideale alla presidenza della Commissione europea e, di conseguenza, i partiti
italiani che lo appoggiano.
Tra i vari strumenti di indagine proposti,
scelgo un test ideato da Openpolis (http://europee2014.voisietequi.it/),
formato da 25 quesiti sui temi più caldi riguardanti l’attività comunitaria, l’influenza
della stessa nei vari Stati membri e la cooperazione tra l’Unione Europea e i
suoi componenti, fra questioni economiche, politiche, sociali, etiche eccetera.
Ciascuna domanda presenta un incipit, nel
quale si riassume brevemente l’argomento trattato, per poi fornire le sei
opzioni di risposta (molto favorevole, favorevole, tendenzialmente favorevole, tendenzialmente
contrario, contrario, molto contrario), indispensabili per delineare l’orientamento
ideologico dell’utente e, quindi, i partiti politici italiani più vicini ad
esso.
Prima di ogni risposta, sotto la domanda,
è presente un link, “Approfondisci”, che amplia la spiegazione dell’argomento, proponendo
le tesi a favore e contro il tema considerato.
Inizialmente, con l’arroganza e la
pigrizia dell’italianomediopatico, accentuate dalla birra fresca e dall’ora
tarda, mi illudo di poter concludere brevemente e pacificamente il test, senza
dover ricorrere agli approfondimenti.
Mi sbaglio. Clamorosamente.
Su 25 quesiti, sono solo 4 le domande cui
rispondo senza ricorrere al link suggerito, dovendo, per le restanti 21, documentarmi
più profondamente (e, più di qualche volta, nemmeno l’approfondimento e l’esposizione
di tesi e antitesi bastano a fugare qualsiasi dubbio).
Terminato il quiz, la domanda sorge
spontanea: sono io l’unico asino ignorante che conosce così poco l’Unione Europea,
un’istituzione che ricopre un ruolo sempre più fondamentale e determinante
circa le sorti del nostro Paese e non solo (dato che le politiche economiche,
finanziarie e commerciali dell’UE coinvolgono e condizionano l’intero pianeta)?
O la maggior parte di noi vive in una sorta di “beata ignoranza comunitaria”, che
tanto “beata” non è?
E se prevalesse la seconda teoria, di chi
è la colpa? Di chi non si informa, di chi non informa, di chi deforma o di
tutti quanti, con percentuali di responsabilità differenti?
Le incertezze rimangono e ognuno
possiede, giustamente, la propria idea che si può condividere o meno. L’unica
certezza è che bisogna avere un’idea. E per avere un’idea (e non una “protoidea”,
un abbozzo di idea) è necessario documentarsi e interessarsi.
Il mio suggerimento è, dunque, perdere,
anzi, impegnare quella mezz’oretta necessaria per svolgere il test proposto da
Openpolis, sviluppando la propria “protoidea” e rendendola un’idea a tutti gli
effetti, in vista del voto del 25 maggio.
Salute!
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