martedì 23 aprile 2024

La battaglia dei libri: l'eterno conflitto tra antichità e modernità

Oggi si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore: quale migliore occasione per rispolverare un'opera che, alla luce dell'attuale periodo storico (che di luce ne ha ben poca), parla (metaforicamente) di un conflitto avente per protagonisti i libri?

Una vicenda paradossale in cui fiumi di inchiostro scorrono tra cavalieri e arcieri, zuffe e agguati, pagine strappate e volumi trafitti!

Si tratta de La battaglia dei libri (1704), dove l'autore Jonathan Swift racconta l'epico e fantasioso scontro che agitò gli scaffali della biblioteca di Saint James, a Londra.

Tutto nacque da una disputa britannica di fine Seicento, sorta per determinare quale tra la cultura moderna e la cultura antica meritasse il primato letterario.

In seguito alla pubblicazione del saggio Of ancient and modern learning di Sir William Temple, che elogiava le opere antiche, alcuni intellettuali "filo-moderni" risposero celebrando i letterati contemporanei, nel tentativo di demolire la reputazione di autori del passato come Esopo e Falaride.

Per Temple, infatti, i Moderni non erano altro che nani sulle spalle di giganti (gli Antichi); ma alcuni critici, come il filologo Richard Bentley, non erano affatto d'accordo.

Partendo da questa contesa, Jonathan Swift immaginò che anche i libri di Saint James, considerandosi parti in causa, avessero deciso di inserirsi nel dibattito, dando vita a una battaglia decisiva tra gli scaffali della biblioteca.

Come l'inizio di ogni guerra che si "rispetti", anche quella tra i libri di Saint James doveva avere il suo pretesto: una scintilla in grado di far esplodere il conflitto. 

In assenza di un Gavrilo Pincip e di un arciduca da assassinare, Swift fondò la lite sulla volontà dei Moderni di spodestare gli Antichi.

Le due fazioni, infatti, vivevano sul Parnaso, il monte greco consacrato al culto del dio Apollo e sede delle nove Muse.

La parte più alta del Parnaso era abitata dagli Antichi, quella più bassa dai Moderni. Un giorno questi ultimi decisero di inviare un ambasciatore ai primi per chiedere di scambiarsi di posto, guadagnando così la cima del monte; oppure di spianare la vetta, affinché l'altezza della parete rocciosa, abitata dagli Antichi, non precludesse ai Moderni la vista del panorama orientale.

Ovviamente gli Antichi rifiutarono e la diplomazia ebbe vita brevissima.
Da Tasso a Milton, passando per Bacone, Dryden, Wither, Cartesio, Gassendi e Hobbes, i Moderni decisero quindi di organizzarsi militarmente per sferrare l'attacco.

Allo stesso modo fecero gli Antichi, con Omero, Pindaro, Euclide, Platone, Erodoto, Livio, Virgilio e un povero Esopo che cercava vanamente la morale dell'intera vicenda!

Anche alcuni critici letterari parteciparono alla battaglia. Tra questi non poteva mancare il sopraccitato William Temple, che ovviamente supportò gli Antichi.

Inoltre, come un vero e proprio poema omerico in prosa, non mancarono gli interventi divini in favore dell'una o dell'altra fazione.

Al di là delle scene di guerra descritte nell'opera e del sapore parodico dell'intera vicenda, La battaglia dei libri è un simpatico espediente utilizzato da Swift per dar vita a una sottile satira nei confronti degli intellettuali dell'epoca: critici e filologi che, animati da una buona dose di orgoglio e autoreferenzialità, si affannavano e si scontravano per far valere le proprie ragioni.

In conclusione, penso sia impossibile (e credo che probabilmente non abbia senso) provare a determinare il primato degli Antichi sui Moderni o viceversa. Swift fu dello stesso avviso, elaborando un ulteriore escamotage al fine di lasciare la questione in sospeso.

Per approfondire la conoscenza della battaglia e scoprire lo stratagemma ideato dall'autore irlandese, non vi resta che leggere il racconto...


giovedì 18 aprile 2024

30 anni di Vicenza patrimonio UNESCO

È il 1994 quando il centro storico di Vicenza, insieme a 23 opere palladiane e a tre ville suburbane, viene inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Due anni dopo, nel 1996, il sito verrà ulteriormente esteso con l’inserimento di altre 21 ville palladiane che, ancora oggi, impreziosiscono l'eredità culturale e architettonica del Veneto.

Per celebrare questo importante anniversario, da oggi a domenica 21 aprile si svolgeranno diverse iniziative culturali che animeranno la città e il territorio berico.

Dal “Palladio nascosto” alla narrazione dei suoi grandi capolavori (a cura delle Guide Turistiche di Vicenza), passando per i silent play “Pietre che parlano” e “Palladio tra le righe” (a cura de La Piccionaia), solo per citarne alcune, sono davvero numerose le attività e gli eventi organizzati per promuovere lo splendore del capoluogo veneto e per raccontare la vita di Andrea Palladio, tra i personaggi più illustri della storia del nostro Paese.

A ciò si aggiungono le aperture straordinarie di alcuni dei più affascinanti palazzi rinascimentali e delle più maestose ville venete, per un suggestivo viaggio tra i tesori architettonici e artistici del territorio vicentino, e non solo.

Clicca sul link per scoprire il programma: https://www.piccionaia.org/trentanniunesco/