sabato 21 gennaio 2017

La Morte sugli sci, la nuova vignetta di Charlie Hebdo

Charlie Hebdo torna ad occuparsi dell'Italia e lo fa piazzando una vignetta che sarà destinata a far discutere.
Questa volta l'oggetto del disegno è la valanga che ha colpito l'Hotel Rigopiano, nel quale si vede la Morte sciare giù dalla montagna con la didascalia “Italia: la neve è arrivata”, mentre esclama: “E non basterà per tutto il mondo!”.
Ovviamente e, da un certo punto di vista, plausibilmente è scattata la social-indignazione con domande più o meno retoriche tipo: “Ma come cazzo si fa ad ironizzare su una tragedia del genere? Chi è quel coglione che ha avuto questa macabra idea? Non sarebbe meglio ignorare Charlie Hebdo quando produce questo genere di spazzatura, anziché dargli tanto rilievo?”
La mia domanda più o meno retorica, invece, è un'altra: e se la nuova vignetta di Charlie Hebdo non fosse una mancanza di rispetto verso le vittime della valanga, ma, come già scrissi a proposito del disegno sul terremoto della scorsa estate, fosse un attacco a chi quelle vite avrebbe dovuto tutelarle, mettendo a disposizione i mezzi per la pulizia delle strade e per assicurare soccorsi più rapidi in caso di emergenza, dato che, come scrive il Corriere della Sera, “Lo scaricabarile tra le istituzioni, le lungaggini burocratiche e i difetti di comunicazione tra i vari enti hanno paralizzato gli interventi”?
O ancora, e se la nuova vignetta di Charlie Hebdo non fosse una mancanza di rispetto verso le vittime della valanga, ma verso la Morte stessa che, sdentata e pagliaccesca, sfreccia tra la neve dovendo utilizzare le falci come racchette, dileggiando ciò che viene spesso (per non dire sempre) considerato intoccabile?
Tutto può essere oggetto di Satira, quindi siamo davvero sicuri che l'autore della vignetta sia semplicemente un sadico bastardo e che il suo obiettivo fosse prendersi gioco di una disgrazia capitata ad un gruppo di esseri umani come lui? O forse il messaggio è un po' più profondo e critico come, a mio parere, fu quello lanciato dalla rivista satirica dopo il sisma di agosto, volendo dirci che la Morte non avrebbe mai indossato quegli sci se gli organi di potere avessero fatto diligentemente il loro lavoro?
Ecco, secondo me se si vuole avere a che fare con la Satira e giudicare la Satira (di qualsiasi tipo) bisogna spingersi oltre, provare ad andare al di là del senso letterale, tentare di interpretare.

Altrimenti rimarremo sempre su due piani differenti, pretendendo di scavalcare muri utilizzando sgabelli anziché scale a pioli.