sabato 17 maggio 2014

Elezioni Europee 2014: tra test e italianomediopatia

Italianomediopatia
Venerdì sera. Più tendente alla notte che alla sera.
Dopo un paio d’ore di “sana” televisione, l’italianomediopatia (patologia assai comune nella nostra amata penisola, il cui sintomo più frequente e manifesto è la vergognosa pigrizia mentale, caratterizzata dall’abuso di programmi televisivi a scarso contenuto culturale, dalla minima assunzione di conoscenza tramite la lettura e da una considerevole dipendenza dal web) continua il suo decorso trascinandomi davanti al PC, per l’ennesima dose di LSD (Lento Stordimento Digitale).
In attesa del “bradiposo” e apatico caricamento del browser (dato che il mio computer è al sicuro dai virus quanto lo è un extracomunitario a un comizio a Pontida ), butto l’occhio su un angolo della scrivania, notando, tra le “cose-che-devo-ricordarmi-di-gettare” un volantino in cui campeggia, a caratteri cubitali, la scritta “BASTA €URO”, proprio sotto al faccione severo e deciso di un candidato alle Europee.

E la parola “Europee” è la medicina che, per una sera, allevia e lenisce i sintomi dell’italianomediopatia. Una scintilla capace di accendere la miccia dell’interesse, per attivare quel quid che non sia svago infruttuoso e controproducente, ma partecipazione utile e vantaggiosa, dandomi la forza di rinunciare alla mia quotidiana dose di LSD.
Così, stappata una birra e data una sbirciata a Facebook (sono in via di guarigione, ma la strada è ancora lunga...), clicco sulla homepage di Google e digito la frase “test elezioni europee 2014”, tanto per verificare, così, alla buona, quale potrebbe essere il mio candidato ideale alla presidenza della Commissione europea e, di conseguenza, i partiti italiani che lo appoggiano.

Tra i vari strumenti di indagine proposti, scelgo un test ideato da Openpolis (http://europee2014.voisietequi.it/), formato da 25 quesiti sui temi più caldi riguardanti l’attività comunitaria, l’influenza della stessa nei vari Stati membri e la cooperazione tra l’Unione Europea e i suoi componenti, fra questioni economiche, politiche, sociali, etiche eccetera.

Ciascuna domanda presenta un incipit, nel quale si riassume brevemente l’argomento trattato, per poi fornire le sei opzioni di risposta (molto favorevole, favorevole, tendenzialmente favorevole, tendenzialmente contrario, contrario, molto contrario), indispensabili per delineare l’orientamento ideologico dell’utente e, quindi, i partiti politici italiani più vicini ad esso.
Prima di ogni risposta, sotto la domanda, è presente un link, “Approfondisci”, che amplia la spiegazione dell’argomento, proponendo le tesi a favore e contro il tema considerato.

Inizialmente, con l’arroganza e la pigrizia dell’italianomediopatico, accentuate dalla birra fresca e dall’ora tarda, mi illudo di poter concludere brevemente e pacificamente il test, senza dover ricorrere agli approfondimenti.
Mi sbaglio. Clamorosamente.
Su 25 quesiti, sono solo 4 le domande cui rispondo senza ricorrere al link suggerito, dovendo, per le restanti 21, documentarmi più profondamente (e, più di qualche volta, nemmeno l’approfondimento e l’esposizione di tesi e antitesi bastano a fugare qualsiasi dubbio).

Terminato il quiz, la domanda sorge spontanea: sono io l’unico asino ignorante che conosce così poco l’Unione Europea, un’istituzione che ricopre un ruolo sempre più fondamentale e determinante circa le sorti del nostro Paese e non solo (dato che le politiche economiche, finanziarie e commerciali dell’UE coinvolgono e condizionano l’intero pianeta)? O la maggior parte di noi vive in una sorta di “beata ignoranza comunitaria”, che tanto “beata” non è?
E se prevalesse la seconda teoria, di chi è la colpa? Di chi non si informa, di chi non informa, di chi deforma o di tutti quanti, con percentuali di responsabilità differenti?

Le incertezze rimangono e ognuno possiede, giustamente, la propria idea che si può condividere o meno. L’unica certezza è che bisogna avere un’idea. E per avere un’idea (e non una “protoidea”, un abbozzo di idea) è necessario documentarsi e interessarsi.
Il mio suggerimento è, dunque, perdere, anzi, impegnare quella mezz’oretta necessaria per svolgere il test proposto da Openpolis, sviluppando la propria “protoidea” e rendendola un’idea a tutti gli effetti, in vista del voto del 25 maggio.

Già questo sarebbe un piccolo ma importante passo verso la consapevolezza e la lotta all’italianomediopatia.

Salute!