sabato 28 maggio 2022

«Qual è stato il politico più permaloso?» Satira, religione e politica con Sergio Staino

Nonostante la cecità, Sergio Staino (vignettista, giornalista, scrittore, regista e autore satirico) non ha perso la sua verve ironica e la volontà di affrontare la vita con umorismo. Una vita sbocciata quasi 82 anni fa, nella toscana “rossa”, tra il nonno comunista e il papà carabiniere, dove il sogno proletario e lo spirito anticlericale venivano mitigati dalla necessità “sociale” di andare al catechismo, «perché - come consigliava il nonno - intanto impari e quando sarai grande deciderai».

L’incontro di ieri sera, organizzato a Trento dal Circolo UAAR Trento (Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti) e dallo Studio d'Arte Andromeda e dedicato al rapporto tra satira e religione, ha avuto il pregio di non focalizzarsi esclusivamente sui due elementi oggetto di dialogo, ma di consentire a un'icona dell’arte satirica italiana di poter ripercorrere la sua esperienza, regalando agli spettatori il racconto di episodi, anche privati, che hanno portato alla sua formazione politica, religiosa e civile.

Tanti gli aneddoti conditi da quel sano sarcasmo che contraddistingue le strisce di Staino, ma anche da quella velata malinconia, a fronte di uno strenuo ottimismo, che accompagna alcune illustrazioni dell’artista senese.


Rimarcando il suo razionalismo e il suo ateismo, ma anche la sua ammirazione per la figura storica di Cristo (divenuto Jesus, un suo personaggio), e individuando nel dubbio la differenza tra le religioni (certe e inamovibili nei loro dogmi) e la satira (caratterizzata dalla volontà di interrogarsi e investigare continuamente), Staino ha sottolineato, pur difendendo la libertà d’espressione, come la sua indole creativa non l’abbia mai spinto a schernire i simboli religiosi, concentrandosi piuttosto sugli uomini, anche di fede, che «se si comportano male, meritano di essere canzonati!»

Satira religiosa, ma ovviamente anche politica! L’elogio a Gramsci, a Togliatti e, in particolar modo, a Berlinguer, alla sua intelligenza e alla sua straordinaria autoironia («io sono l’unico disegnatore al mondo ad aver caricaturizzato Berlinguer, segretario del PCI, sulla prima pagina dell’Unità, organo del PCI»), è affettuoso e commovente. L’attacco a Renzi («un cafone») è duro, ma lucido.

Quindi gli chiedo: «Staino celebra l’autoironia di Berlinguer e dei comunisti, mentre un altro importante vignettista come Giorgio Forattini dichiara che proprio i comunisti, e soprattutto D’Alema, erano i meno autoironici. Al netto della soggettività di ciascun disegnatore satirico, qual è stato, secondo lei, il politico più permaloso?»


La risposta è fulminea: «Due sono i politici più stupidi dal punto di vista della satira, ma anche dal punto di vista della politica: uno è Craxi e l’altro è D’Alema, molto ottusi. Se devo dirti il mio pensiero, credo che D’Alema sia stata la persona che ha danneggiato maggiormente la Sinistra dalla seconda metà del Novecento, così come Renzi è quella che l’ha danneggiata di più nei primi lustri del Duemila. Molto stupidi perché non riuscivano a ridere, soprattutto di sé stessi. Uno come Craxi, che dirigeva un forte partito socialista e che poteva incontrarsi con la Sinistra comunista e costruire qualcosa, non è stato capace di costruire niente. E lo stesso vale per D’Alema. Quando quest’ultimo sporse querela nei confronti di Forattini per la famosa vignetta sul Dossier Mitrokhin, tutti noi vignettisti ci schierammo dalla parte dell’illustratore romano per dissuadere D’Alema, in nome della libertà di satira, ma non ci fu verso di fargli cambiare idea».

Il tempo vola e la serata si conclude con un simpatico aneddoto dedicato alla cafonaggine di Renzi, narrato con il solito piglio umoristico, da "bischero" toscano, cui fa da contraltare un'invidiabile saggezza e uno spiccato senso critico.

Già, umorismo e senso critico sono alla base di qualsiasi invettiva satirica e devono costantemente animare le matite dei vignettisti e le penne dei satirografi per ricordare sempre che il “re è nudo” e che, se una risata non lo seppellirà, almeno ne smaschererà arroganze e corruzioni, ridimensionandone il potere.