martedì 20 giugno 2017

L'insostenibile leggerezza dell'informare (ovvero quando notizie pesanti come elefanti vengono ridotte a topolini)

Oggi, leggendo la home page del Corriere della Sera, ho voluto provare a concentrami sulla rilevanza data dalla testata milanese alle notizie provenienti dall’Italia e dal mondo.
Potrei essere smentito riguardo la qualità del quotidiano in questione, ma tutto sommato penso che il Corriere sia uno dei giornali più affidabili nel panorama informativo italiano. Ed è per questo motivo che non riesco a spiegarmi come (da un punto di vista internazionale) l’intervista allo scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi sui fatti di Londra e (da un punto di vista nazionale) la protesta dei ricercatori scatenatasi a Milano a causa della loro precarietà lavorativa possano essere surclassate e inserite nella prima pagina del sito Internet ufficiale dopo notizie come il “Royal Ascot” (la gara inglese di cavalli e cappelli), la bambina cinese con la testa incastrata nella ringhiera (per cui l’80% dei bambini avrebbe meritato la copertina almeno una volta nel corso dell’infanzia), il monito circa i potenziali danni podologici delle infradito, l’elefantino che rischia di annegare (ma grazie al cielo mamma e papà corrono a salvarlo), i chilogrammi persi da Jonah Hill (che non si sa chi cazzo sia) o la “rivolta social” causata dall’eliminazione del trio di concorrenti di “Reazione a Catena” su Rai 1 (tali sono le rivoluzioni cui ci siamo ridotti).
Mediante questo tipo di impostazione telematica e visiva, è evidente che le considerazioni di Kureishi circa «un grande pericolo di disordini sociali» in una città multiculturale come Londra e non solo (ovviamente in seguito all’attentato alla moschea di Finsbury Park e alla grettezza divulgativa dei media e dei tabloid britannici), passino in secondo piano.
Allo stesso modo, un’altra notizia posta in primo piano, che rivela il deprecabile gesto di un assessore caltagironese di abbandonare dei cuccioli in una zona della città, fa giustamente indispettire ma, nel contempo, distrae dalla protesta di mille ricercatori di alcuni noti ospedali italiani che rischiano il posto per effetto del Jobs act (medici, biologi, farmacisti, chimici che un domani potrebbero salvarci la pelle).
Ecco, se la cronaca dev’essere veridica, continente, pertinente e soprattutto oggettiva, penso che anche la scelta delle notizie, nonché l’attribuzione ad esse di una maggiore o minore importanza, debba essere oggettiva.
Anche perché il fatto che la piattaforma informatica non richieda quell’oculata scelta di notizie imposta dall’utilizzo parsimonioso della carta stampata, non giustifica l’inserimento in primo piano di chiacchiere da ombrellone, atte a suscitare quel grado di indignazione che oscilla tra lo sdegno per le pacchianerie targate Icardi-Wanda Nara e la collera per il mancato rinnovo contrattuale di Donnarumma.