Oggi, leggendo la home page del Corriere della Sera, ho
voluto provare a concentrami sulla rilevanza data dalla testata milanese alle
notizie provenienti dall’Italia e dal mondo.
Potrei essere smentito riguardo la qualità del quotidiano
in questione, ma tutto sommato penso che il Corriere sia uno dei giornali più
affidabili nel panorama informativo italiano. Ed è per questo motivo che non
riesco a spiegarmi come (da un punto di vista internazionale) l’intervista allo
scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi sui fatti di Londra e (da un punto di
vista nazionale) la protesta dei ricercatori scatenatasi a Milano a causa della
loro precarietà lavorativa possano essere surclassate e inserite nella prima
pagina del sito Internet ufficiale dopo notizie come il “Royal Ascot” (la gara
inglese di cavalli e cappelli), la bambina cinese con la testa incastrata nella
ringhiera (per cui l’80% dei bambini avrebbe meritato la copertina almeno una
volta nel corso dell’infanzia), il monito circa i potenziali danni podologici
delle infradito, l’elefantino che rischia di annegare (ma grazie al cielo mamma
e papà corrono a salvarlo), i chilogrammi persi da Jonah Hill (che non si sa
chi cazzo sia) o la “rivolta social” causata dall’eliminazione del trio di
concorrenti di “Reazione a Catena” su Rai 1 (tali sono le rivoluzioni cui ci
siamo ridotti).
Mediante questo tipo di impostazione telematica e visiva, è
evidente che le considerazioni di Kureishi circa «un grande pericolo di
disordini sociali» in una città multiculturale come Londra e non solo (ovviamente
in seguito all’attentato alla moschea di Finsbury Park e alla grettezza divulgativa
dei media e dei tabloid britannici), passino in secondo piano.
Allo stesso modo, un’altra notizia posta in primo piano,
che rivela il deprecabile gesto di un assessore caltagironese di abbandonare
dei cuccioli in una zona della città, fa giustamente indispettire ma, nel
contempo, distrae dalla protesta di mille ricercatori di alcuni noti ospedali
italiani che rischiano il posto per effetto del Jobs act (medici, biologi,
farmacisti, chimici che un domani potrebbero salvarci la pelle).
Ecco, se la cronaca dev’essere veridica, continente,
pertinente e soprattutto oggettiva, penso che anche la scelta delle notizie,
nonché l’attribuzione ad esse di una maggiore o minore importanza, debba essere
oggettiva.
Anche perché il fatto che la piattaforma informatica non
richieda quell’oculata scelta di notizie imposta dall’utilizzo parsimonioso
della carta stampata, non giustifica l’inserimento in primo piano di chiacchiere
da ombrellone, atte a suscitare quel grado di indignazione che oscilla tra lo
sdegno per le pacchianerie targate Icardi-Wanda Nara e la collera per il
mancato rinnovo contrattuale di Donnarumma.