domenica 20 settembre 2015

La ricetta dell'informazione italiana

Prendete una terrina praticamente vuota e raschiatene con un cucchiaio l'indifferenza (stando però estremamente attenti a non eliminarla del tutto!); poi ungetela di pregiudizio e cospargete un pizzico di indignazione (sufficiente da far sbattere i pugni sul tavolo, ma non abbastanza da far scendere in piazza). Dopodiché aggiungete 70g di politica (tendenzialmente di scarsa qualità, ma dipende molto dalle scelte dello chef), 50g di morti in discoteca (200g se si prepara d'estate), 100g di omicidi, reati e sparizioni, dei quali 60g concernenti extracomunitari (fino a quindici anni fa la ricetta prevedeva che questi 60g riguardassero i meridionali, ma i gusti cambiano),
Procedete con 40g di Marò, altri 20g di notizie dagli USA o dall'Inghilterra (che si tratti della ragazzina londinese strozzatasi con una fetta di mela o dell'adolescente californiano che ha compiuto una strage in un liceo, poco importa; l'importante è che ci sia quel retrogusto anglosassone che piace tanto), 150g di meteo (caldo o freddo, mare o montagna, a seconda della stagione), 80g di calcio giocato (di cui la metà di mercato) e 15g di consigli enogastronomici.
Amalgamate il tutto con due cucchiai di patriottismo e una spolverata di diffidenza.
Infine, infornate la terrina a 180°C. La torta dell'informazione italiana è pronta in 30 minuti scarsi.
Se, dopo averla assaggiata, percepite un eccessivo gusto di pesce marcio, avete ecceduto con la politica. Una grattugiata di gossip aiuterà a coprirne il saporaccio (con ciò, tuttavia, non si escludono nausea e dissenteria).
Se, invece, dopo averla sperimentata, al gusto di pesce marcio si unisce la voglia matta di votare Salvini, avete chiaramente esagerato con il pregiudizio e con i reati degli extracomunitari. Un litro di buon senso e un mese senza Paolo Del Debbio dovrebbero bastare.
Bon appétit!